Avete necessità di più spazio in casa vostra? Vi serve una lavanderia/una seconda cucina (soprattutto qui al sud è diffusa la necessità di un angolo cottura ulteriore dove friggere senza profumare tutta la casa, lo sapevate?) o semplicemente siete agorafobici?(odiate gli spazi aperti come terrazzini e balconi?) Non volete presentare nessuna pratica edilizia, non volete pagare il professionista, non avete nessuna voglia di elargire al comune il contributo di costruzione? Ed ancora…non avete volumetria residua da poter sfruttare per il vostro ampliamento? Nessun problema!
Dopo la pergotenda, arriva la nuova geniale trovata delle aziende produttrici di arredo per esterno: le vetrate a pacchetto o a libro, oppure scorrevoli, anche dette “vetrate panoramiche“. Vi saranno presentate dal venditore di turno come la soluzione più semplice ed economica a tutti i vostri problemi. Si tratta di comode vetrate applicabili a strutture aperte come le tettoie, che possono essere chiuse o aperte all’occorrenza. Ma la “morte loro” è senz’altro il balcone di casa: sormontato da altro balcone e pertanto già coperto, spesso circondato da muri laterali, consente di adoperare le magiche vetrate semplicemente inserendole a chiusura dell’ultimo lato utile.
E poi, meraviglia! – ci dicono le aziende – le vetrate possono essere aperte completamente, in qualsiasi momento, soprattutto se il vicino di casa impiccione vi segnala al comune per abuso edilizio: i vigili accertatori non potranno verificare la presenza di un volume, pertanto l’acquisto è un vero affare!
Fermi tutti.
A me questi balconi con le vetrate apribili ricordano tanto un manufatto molto in voga soprattutto dagli anni ’70 in poi…anticorodal, a volte anche dorato, vetri opachi, un buco per fare uscire la canna fumaria…mmm come si chiamavano? Ma certo, VERANDE!
Ma vediamo insieme la definizione di VERANDA data dal Regolamento Edilizio Tipo della Regione Puglia alla voce n. 42
“Locale o spazio coperto avente le caratteristiche di loggiato, balcone, terrazza o portico, chiuso sui lati da superfici vetrate o con elementi trasparenti e impermeabili, parzialmente o totalmente apribili”
Dunque, mi sembra che gli elementi costituitivi di una veranda e di una chiusura vetrata a pacchetto siano pressochè gli stessi. E allora, così come la veranda da un punto di vista urbanistico rappresenta un volume chiuso e pertanto soggetto a reperimento di volumetria residua, permesso di costruire, pagamento del contributo di costruzione e quindi oneroso, deve esserlo anche la chiusura a pacchetto.
Più volte i giudici si sono espressi nel merito. Una delle ultime pronunce è quella della Cassazione Penale che ci ricorda la motivazione per cui la realizzazione di una veranda è un intervento soggetto al rilascio del permesso di costruire:
Trattandosi di opera non destinata ad esigenze temporanee e contingenti, piuttosto è destinata a durante nel tempo ampliando così le possibilità di godimento dell’immobile (Cass. Pen. 36238/2019)
Un esempio è quello di un mio vicino, che ha acquistato un superattico perfettamente visibile dalla mia camera da letto, molto bello perchè panoramico e dotato di ampio terrazzo, ma piuttosto contenuto nelle dimensioni: ad occhio sembrerebbero 60 metri quadri coperti. Ma perchè rinunciare al superattico? solo perchè alla casa mancano due stanze? Basta aggiungere un paio di tettoie sul davanti e fornirle di idonei vetri a pacchetto. Ed ecco che 60 metri quadri sono diventati 120, è bastato sacrificare buona parte del terrazzo.
E l’estetica dell’edificio. C’è infatti un altro aspetto. L’installazione di questa tipologia di manufatti, che come detto non hanno carattere di temporaneità, rappresenta di fatto una modifica di prospetto (ed anche di sagoma in molti casi), altra casistica che richiede il permesso di costruire. In alcuni casi, lì dove si opera in contesti vincolati, l’inserimento abusivo di questi manufatti può costituire, oltre che una violazione del dPR 380/2001 anche la violazione del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, atteso che sarebbe stato necessario il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica. Tali violazioni costituiscono reato penale, perciò occhio a “vetrare” qualsiasi superficie vi venga in mente, senza prima consultare un professionista tecnico, che possa consigliarvi e fare tutte le indagini del caso per vostro conto.
Ricordate che la realizzazione di un volume di qualsiasi tipo, ad eccezione per i volumi tecnici, che saranno oggetto di un futuro post e comunque sono una eccezione alla regola, non può mai rivestire natura pertinenziale, pertanto è sempre soggetto a rilascio di permesso di costruire.
Non fidatevi mai di coloro che, sottoponendovi una brochure patinata, vi prospetteranno un quadro roseo della situazione: vogliono solo vendere il loro prodotto.
Ma ora scusate…vado a fare due foto al mio vicino di casa…
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