“Non voglio mica finire a progettare bagni per tutta la vita!”
Quante volte abbiamo sentito questa frase pronunciata da colleghi convinti di essere destinati a ben più stellari imprese! è proprio vero, il bagno è la stanza della casa più sottovalutata, da committenti ignari e progettisti superficiali.
Eppure progettare un bagno non è un’attività da manuale, un esercizio che gli architetti alle prime armi compiono sulle case dei parenti. La corretta realizzazione del bagno adatto alle proprie esigenze è infatti fondamentale per una casa a misura di chi la vive.
La ricerca della massima funzionalità e la cura dei dettagli consentono, infatti, a questo ambiente della casa, di diventare un luogo di relax ma anche un biglietto da visita per chi viene a trovarci.
In questo articolo spiegherò nei dettagli a cosa occorre fare attenzione quando si ristruttura o si realizza un bagno, perché mi sono resa conto che, proprio in relazione all’ambiente bagno, in fase di ristrutturazione si commettono gli errori più grossolani, che causano, in molti casi, danni irreparabili.
Cominciamo dall’inizio.
1. La valutazione degli spazi
Una delle richieste più comuni dei committenti è quella di “ricavare un secondo bagno” in una abitazione esistente, a cui probabilmente manca questa comodità.
Spesso si intende sfruttare meglio una camera da letto troppo grande, creando con delle nuove tramezzature un piccolo bagno in camera. Oppure in occasione di una ristrutturazione globale della casa si vuole ottenere un secondo bagno che l’abitazione originaria non prevedeva.
La prima cosa da fare è capire se nello spazio che abbiamo a disposizione possiamo inserire tutto quello che abbiamo in mente.
A questo scopo è necessario vi affidiate a chi ha esperienza nel settore. Inutile intestardirsi su spazi troppo stretti: se la forma può variare da una più allungata ad una quasi quadrata, dobbiamo sapere che per configurare un bagno comodo servono almeno 4 metri quadri.
Come accade anche in altri casi la normativa nazionale, che in materia di igiene è il Decreto ministeriale Sanità del 5 luglio 1975, non ci aiuta un granché.
Infatti non definisce una superficie minima ed inderogabile, limitandosi ad elencare i pezzi che non possono mancare in un bagno completo: wc, bidet, lavabo, vasca da bagno o doccia.
“Fin qui tutto facile, ci arrivavamo anche da soli!“: sono certa che lo stiate pensando!
Eppure non è così semplice: ad esempio bisogna verificare, relativamente al comune dove si trova l’immobile, se il Regolamento Edilizio e di Igiene stabilisca una superficie minima per il bagno: essa può variare da comune a comune e, in alcuni casi, sono inserite delle deroghe per il secondo bagno, che può arrivare anche a misurare 2 metri quadri, ovviamente rinunciando a qualche pezzo!
Anche l’altezza minima è spesso definita nei regolamenti edilizi, ma in linea generale non può mai essere inferiore a 240 cm, come previsto dal già citato Decreto Sanità del 1975.
2. La luce e l’aria
Altri aspetti importanti da considerare per scegliere dove sistemare il bagno all’interno di un appartamento sono la luce e l’aerazione: non è obbligatorio che il bagno sia dotato di una finestra, ma è sicuramente consigliabile, perché il livello di comfort di un bagno con finestra è di gran lunga maggiore di quello di un bagno cieco.
Occhio però: per realizzare una nuova apertura è sempre necessaria una pratica edilizia, ricordatevelo bene, perché potreste incorrere in pesanti sanzioni amministrative ed essere coinvolti in cause di natura civilistica, dal vostro vicino di casa.
Chiedete sempre consiglio ai professionisti del settore, per non finire impelagati in cause civili, amministrative o penali, che durano anni e fanno perdere tanti soldini.
In alcuni casi non è possibile realizzare una finestra per questioni legate al diritto di affaccio, regolato dal Codice Civile. Ad esempio se l’unica parete perimetrale è un muro di confine con uno spazio interno di altra proprietà e quindi non godiamo del diritto di affaccio sul cortile altrui, è possibile considerare se possiamo almeno aprire una luce legale, le cui caratteristiche sono definite all’art. 901 del Codice Civile: si tratta di una apertura da cui non è possibile affacciarsi sul suolo del vicino, ma che consentirebbe al bagno di prendere luce ed aria.
Questa apertura deve essere posizionata ad almeno 2 metri e mezzo dal pavimento del bagno se l’appartamento si trova al piano terra dell’edificio e ad almeno 2 metri se si trova ai piani superiori. Inoltre occorre verificare che il lato inferiore della luce legale si trovi ad almeno 2 metri e mezzo dal fondo del vicino. Infine l’apertura deve essere dotata di grata antintrusione la cui maglie non siano più grandi di 3 centimetri quadrati.
Dall’interno è possibile predisporre una apertura comandata elettricamente da un interruttore, in modo da evitare la scomodità dell’apertura manuale, che comunque è sempre possibile, con la classica apertura a vasistas.
Se non è possibile aprire una luce legale, perché ad esempio il bagno è interno all’abitazione, l’ultima opzione, praticabile solo nel caso in cui ci occupiamo di un immobile unifamiliare o di un immobile all’ultimo piano di un condominio, è da valutare anche la possibilità dell’apertura di un lucernaio, da comandare con un interruttore.
Se nessuna di queste opzioni appare praticabile non c’è da disperare, il bagno è comunque realizzabile, attraverso la predisposizione dell’aerazione forzata, che consenta il ricambio dell’aria. Spesso il coefficiente di ricambio dell’aria è definito dal Regolamento Edilizio comunale, in caso non lo sia occorre considerare che è bene regolare la ventilazione forzata affinché consenta almeno tre ricambi d’aria per ogni utilizzazione del bagno.
Questa modalità di aerazione consente naturalmente la possibilità di trasformare un ripostiglio o un altro vano di servizio, in un secondo bagno, o di ricavarlo in una camera da letto padronale particolarmente grande.
Se si può sostituire l’aerazione naturale con l’areazione forzata, la luce naturale diretta purtroppo non è ricreabile.
Anche in questo caso però possiamo prevedere alcune soluzioni, che possono essere la creazione di una piccola apertura in alto che consenta di prendere luce indirettamente da un’altra stanza dotata di finestra, oppure semplicemente possiamo curare l’illuminazione artificiale in modo che risulti sufficiente a tutte le attività che si svolgono in bagno: ad esempio truccarsi, farsi la barba, fare la piega ai capelli, sono tutte attività che necessitano di una buona illuminazione della zona lavabo-specchiera, che deve essere curata maggiormente se il bagno non è dotato di illuminazione naturale.
3. La distribuzione e le dimensioni minime dei pezzi
Affinché il bagno sia funzionale e confortevole, occorre valutare la distribuzione dei pezzi in pianta, a seconda della forma del bagno (allungata, quadrata, trapezoidale ecc.), considerando che esistono delle dimensioni minime standard per ogni pezzo e che le distanze tra i pezzi non possono essere inferiori a determinate misure, altrimenti, per dirla in maniera semplificata: non riuscirete a sedervi sul wc, ad aprire l’anta del mobiletto e non saprete dove mettere le gambe quando sedete sul bidet. Vi ho avvisato!
Chiaramente a seconda della marca e della tipologia ogni pezzo può avere misure diverse, perciò quelle da considerare in fase di progettazione, a meno di non sapere già che si installerà un determinato tipo di bidet di una determinata marca, sono le misure medie dei sanitari:
- wc e bidet 40 cm di larghezza per 60 cm di profondità
- lavabo 60 cm di larghezza per 50 cm di profondità (s’intende il lavabo semplice)
- piatto doccia minimo 75 x 75 cm ma sono di uso comune anche piatti doccia da 80 x 80 cm o da 90 x 90 cm
- vasca da bagno minimo 170 cm di larghezza per 70 cm di profondità
- lavamani 45 cm di larghezza per 35 cm di profondità
- lavatrice 60 x 60 cm (ma ne esistono anche tipi salvaspazio che arrivano anche a 60 x 40 cm)
Per potersi muovere comodamente all’interno del bagno è necessario che siano rispettate alcune fondamentali distanze tra i pezzi stessi e tra i pezzi e gli elementi murari.
Ad esempio il lavabo deve essere distante almeno 15 cm da ostacoli laterali, che possono essere i muri o altri pezzi o apparecchi, a meno che non si tratti del piatto doccia o della vasca perché l’utilizzo di queste ultime non interferisce con l’uso del lavabo. Il distacco minimo del wc da ostacoli laterali deve essere di almeno 15 cm, mentre quello del bidet almeno di 20 cm, perché deve esserne consentito l’uso e quindi lo spazio necessario per le gambe dell’utilizzatore. Vasche e docce possono essere circondate da muri anche su tre lati o accostate tra loro in caso di compresenza all’interno del bagno.
4. Come scegliere i sanitari?
Come accennato in precedenza, esistono innumerevoli marche e tipologie di sanitari, adatti a tutte le esigenze spaziali, estetiche, funzionali. I sanitari in generale si suddividono in due macrogruppi: quelli con scarico a pavimento, quindi appoggiati al suolo, e quelli con scarico a parete, sospesi.
La scelta di uno o dell’altro tipo può essere determinata da esigenze relative ad impianti preesistenti, oppure al semplice gusto estetico. Nelle abitazioni degli anni ’50-’70 in genere gli scarichi erano predisposti a pavimento e, per l’ottenimento della giusta pendenza, si usava realizzare un gradino: ecco il motivo per cui spesso i bagni delle abitazioni di quegli anni presentano questa caratteristica.
Eliminare il gradino e portare lo scarico a parete installando dei sanitari sospesi può essere più dispendioso ma in molti casi è fattibile e consente di eliminare una scomodità di non poco conto, che costituisce di fatto una vera e propria barriera architettonica. La scelta del lavabo presenta molteplici opzioni e molte variabili, che dipendono dalle esigenze e dagli spazi a disposizione. Anche in questo caso lo scarico può essere a pavimento, ma sono sempre più diffusi gli scarichi a parete.
Il lavabo è uno dei pezzi sui quali la fantasia dei designer si è scatenata di più: ne abbiamo di ogni forma e stile, dal lavabo tradizionale al lavabo minimal dalle forme squadrate, a quello di design dalle linee più morbide che ricalca la forma della bacinella. Anche sui materiali e sui colori ci si può sbizzarrire: se una volta la ceramica regnava incontrastata, oggi sono molto diffusi anche lavandini in vetro o in pietra, o addirittura in acciaio. Il lavabo può essere incassato in un mobile o appoggiato su un piano, a seconda dell’effetto che si intende ottenere e delle esigenze. Se avete molto spazio a disposizione o la possibilità di realizzare un antibagno anche la soluzione con doppio lavabo non è da sottovalutare…
La vasca e la doccia sono un altro capitolo a parte. Naturalmente se avete un solo bagno in casa è consigliabile optare per l’inserimento della doccia, considerata la maggiore praticità di utilizzo rispetto alla vasca.
Avendo molto spazio a disposizione è anche possibile inserirle entrambe oppure esiste anche l’opzione di integrare una cabina doccia all’interno della vasca stessa. Qualora sia presente una nicchia nel muro o la si possa ricavare, la doccia vi può essere comodamente alloggiata dando vita ed un vero e proprio vano doccia delimitato da tre pareti e chiuso con delle antine. Anche in relazione a vasca e doccia esiste un mondo di opzioni possibili, in relazione al design, alle dimensioni, al gusto personale, alle possibilità economiche.
5. Gli impianti: a cosa fare attenzione.
La corretta progettazione degli impianti resta uno dei tasselli fondamentali per la realizzazione di un bagno: se manca questo step quasi sicuramente il risultato sarà deludente perciò non pensate di poter fare tutto da soli o di affidarvi a imprese ciarlatane che vi spilleranno solo tanti soldi, senza garantirvi il risultato che desiderate.
Non bisogna dimenticare che oltre allo studio dell’impianto idrico fognante e al posizionamento degli scarichi, occorre predisporre la posizione dello scaldasalviette e progettare con particolare attenzione l’illuminazione della zona specchio, evitando la creazione di fastidiose ombre sul viso che possano compromettere la visibilità. Inoltre, la compresenza di acqua ed elettricità rende il vano bagno un luogo a rischio aumentato, in cui bisogna prestare particolare attenzione ai requisiti di sicurezza.
In particolare la zona della vasca da bagno/piatto doccia è la più pericolosa, perciò occorre fare attenzione al posizionamento delle prese elettriche, per l’uso del phon e di altri apparecchi elettronici come rasoi, piastre per capelli, spazzolini elettrici, che devono essere quanto più lontano possibile dalla vasca da bagno/doccia.
L’impianto idrico, composto da tubazioni di adduzione dell’acqua e tubazioni di scarico, deve essere realizzato in conformità alla norma UNI 9182 del 2010 che definisce i criteri di progettazione, collaudo e gestione degli impianti di alimentazione e distribuzione di acqua fredda e calda ed anche alla norma UNI EN 806 riguardante il dimensionamento delle tubazioni e i criteri generali di progettazione.
Le tubature possono essere realizzate in vari materiali, ma quelli plastici sono ad oggi i più utilizzati per la durabilità e per i costi contenuti. Un elemento fondamentale ed imprescindibile è il sifone che collega i singoli apparecchi igienici ai condotti di scarico, formato da un elemento a U o ad S che ha la funzione di trattenere al suo interno sempre un po’ d’acqua per evitare il ritorno della stessa e la fuoriuscita di odori sgradevoli.
Sia il wc, che il bidet, che il lavabo sono dotati di sifone con pozzetto ispezionabile. Relativamente agli scarichi è consigliabile, dovendo procedere ad una ristrutturazione o ad una costruzione ex novo, in presenza di due bagni, collocarli vicini in maniera tale da utilizzare un’unica colonna montante per entrambi. Un altro accorgimento utile è quello di collocare il wc quanto più vicino possibile alla colonna di scarico in modo da tale da fare rientrare nello spessore del solaio a pavimento la tubazione orizzontale, che deve avere pendenza minima dell’1%.
6. Serve una pratica edilizia per realizzare un bagno?
Dipende. Se si tratta di una semplice sostituzione degli apparecchi sanitari in un bagno preesistente o del rifacimento di pavimenti e rivestimenti è possibile realizzare l’intervento, che in questo caso sarà di manutenzione ordinaria, senza presentare alcuna pratica edilizia.
Se invece volete realizzare un nuovo bagno che preveda la modifica degli impianti esistenti e la modifica delle murature interne all’immobile è necessario presentare al comune una CILA Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata, a firma di un tecnico abilitato, che provvederà alla compilazione della stessa indicando anche l’impresa esecutrice dei lavori che dovrà essere in possesso di tutti i requisiti a norma di legge, e ad allegare tutta la documentazione necessaria, nello specifico la planimetria dell’immobile con la modifica per la realizzazione del bagno (ciò che interessa al comune è soltanto la modifica delle murature interne, non serve rappresentare la posizione dei sanitari) ed una relazione tecnica inerente le opere in progetto. In questo caso il tecnico incaricato dovrà provvedere anche ad aggiornare la planimetria catastale al termine dei lavori.
Qualora dobbiate provvedere all’apertura di una finestra o di una luce legale, che comporterà la modifica di uno dei prospetti, sarà necessario presentare una SCIA Segnalazione Certificata di Inizio Attività, sempre a firma di un tecnico abilitato, architetto, ingegnere o geometra che sarà incaricato anche della direzione dei lavori. è di fondamentale importanza, prima dell’inizio dei lavori, affidarsi ad un professionista tecnico anche per effettuare la valutazione tecnico professionale dell’impresa esecutrice dei lavori, in modo che al termine degli stessi, essa possa rilasciarvi le dichiarazioni di conformità degli impianti così come modificati, da conservare ed eventualmente utili per autocertificare l’agibilità dell’immobile.
Il consiglio finale è sempre quello di non partire in quarta, onde evitare spiacevoli inconvenienti in corso d’opera: il costo del progettista e del direttore dei lavori non è un’inutilità ma la chiave che vi consentirà di avere sempre qualcuno al vostro fianco che vi possa consigliare e guidare in tutte le scelte che affronterete, dalla collocazione del bagno, alla dotazione impiantistica, alla scelta dei pezzi e dei materiali adatti, agli aspetti burocratici della faccenda, come pratiche edilizie, nulla osta eventualmente necessari e accatastamento, e che vi consentirà di non incorrere in errori madornali che potrebbero costarvi cari, da tutti i punti di vista.